Martedì 30 maggio alle ore 20.30, nel Salone Nobile di Villa Cerchiari, Mariapia Veladiano presenta il suo ultimo romanzo QUEL CHE CI TIENE VIVI in dialogo con Michela Valsecchi.
Aiutare le famiglie che non funzionano: questo è l'obiettivo del giovane protagonista, un avvocato con un passato doloroso, difficile da dimenticare ma anche da ricordare. E, in qualche modo, quello è lo scopo anche di sua moglie Bianca, la psicoanalista a cui si è rivolto all'inizio della carriera proprio per rimettere insieme i pezzi della sua infanzia. Non sembravano compatibili – lei credente, esile, vegetariana e raffinata, lui materialista e disilluso, sovrappeso, cresciuto solo e in povertà – eppure al posto di un'analisi è nato un amore. Forse perché parlano la stessa lingua, quella che condivide soltanto chi è sopravvissuto a un trauma incancellabile, ma che ha anche il coraggio di resistere e andare avanti. Forse perché entrambi hanno bisogno di provare ad aggiustare il mondo. È questo che spinge l'avvocato a entrare e uscire dai tribunali con furiosa determinazione, per dare una possibilità alle persone che, come era accaduto a lui, "non vengono viste". Una sera d'inverno incontra un bambino solo, infreddolito, che parla con curiosa saggezza. Un bambino che sparisce e sembra non ricomparire più. Un bambino che gli ricorda sé stesso. E quando scopre chi è, la sua missione diventa un'ossessione: dovrà riuscire a salvarlo.
Siamo felici di annunciare che la nostra Rassegna si unirà ad altri 30 festival nell'ambito della XXXV edizione del Salone del Libro di Torino. Questa partecipazione rappresenta un altro importante riconoscimento che ci permetterà di ottenere ulteriore visibilità a livello nazionale.
Essere inclusi in un evento così prestigioso e rinomato come il Salone del Libro di Torino è un'opportunità straordinaria per condividere la nostra passione per la letteratura e promuovere il nostro festival.
La presenza di tanti altri festival ci offre anche l'occasione di entrare in contatto con altre realtà culturali, ampliare le nostre prospettive e creare sinergie tra i diversi eventi.
Con una scrittura di inconsueta sensibilità, capace di tendere agguati e rivelare sempre nuovi angoli dell'essere, Camilla Ghiotto dà voce a una generazione consapevole di dover combattere battaglie diverse da quelle del passato, ma non meno decisive. Perché la libertà non si conquista mai una volta per tutte.
Non è mai troppo tardi per imparare a essere figli, né per riannodare la memoria al presente. Renzo e Camilla non sono un padre e una figlia qualunque. Novantadue anni lui, diciassette lei, una vita intera li divide, o anche più d'una. Di quest'uomo che aveva già i capelli grigi quando è nata, che non ha mai visto giovane e forte come i papà delle sue amiche, Camilla si è sempre un po' vergognata. E così, quando Renzo si ammala gravemente e viene ricoverato in una clinica dalla quale è presto chiaro che non tornerà più a casa, Camilla ha l'inconfessabile sensazione di potersi finalmente tuffare verso il futuro, senza voltarsi indietro. Mala malattia del padre la mette davanti alla consapevolezza che non si può costruire niente senza aver prima fatto i conti con le proprie radici, che non puoi perdere qualcuno senza aver provato a conoscerlo, e che forse le rimane ancora un po' di tempo per essere davvero sua figlia. Così inizierà a cercare nel passato per scoprire il ragazzo che Renzo è stato tanti anni prima, quando la guerra infiammava l'Italia, i giovani salivano in montagna, sparavano, soffrivano la fame e il ghiaccio, cercando ogni giorno e ogni notte di dare un senso alle loro azioni. Il tempo in cui Renzo era ‘Tempesta', comandante di una brigata partigiana. Per Camilla, riappropriarsi della storia familiare e di una memoria collettiva che non ha smesso di vibrare significherà trovare una nuova prospettiva per aprirsi al mondo, agli altri e all'amore. Con una scrittura di inconsueta sensibilità, capace di tendere agguati e rivelare sempre nuovi angoli dell'essere, Camilla Ghiotto dà voce a una generazione consapevole di dover combattere battaglie diverse da quelle del passato, ma non meno decisive. Perché la libertà non si conquista mai una volta per tutte.
Questo romanzo è il racconto di un’infanzia della fine degli anni Settanta, quando una piccola vettura gialla stracolma di bagagli poteva scivolare su e giú per la penisola, dalla Sicilia al Veneto, e, con aria di festa e trasgressione, trasportare sogni, speranze e memorie di un paese antico e moderno.
Attraverso i ricordi della bambina di ieri, ricordi impressi nel corpo, nel suono, nel canto, Patrizia Laquidara appronta un mirabolante inventario di vite e persone, nomi e nomignoli, oggetti e animali: dalla figura tenera e inquietante di un medium bizzarro a un pappagallo irriverente, dalle voci dei pescatori al mercato di Catania al fragore di una vecchia fornace a Murano, dove si forgia il vetro con il fuoco. Un universo magico, in cui si specchia l’incanto proprio di ogni infanzia, ma anche quello di un paese che, tra il mare di Catania e lo stretto di Messina, l’autostrada del Sole, i treni infiniti attraverso le gallerie dello stivale, le campagne e le colline dell’alto vicentino, approda alla modernità trasportando tutto il peso delle sue antiche radici e leggende. Piú di tutto colpisce, in quest’opera, lo stile in cui è scritta, che riproduce, in una prosa sobria e insieme sofisticata, il suono dei racconti orali appresi da bambina, assolvendo cosí il compito proprio della letteratura e del canto: riproporre il miracolo della voce umana.
«A me il terremoto non piace e lo dico per esperienza, non per sentito dire, perché è l’unica cosa che mette paura ai grandi. Ma stanotte è diverso: c’è la luna piena in cielo e siamo distesi vicini, parliamo sottovoce da un capo all’altro della fila. A tratti arriva l’odore della spazzatura marcescente e torna la paura di morire schiacciati, ma è poca cosa rispetto alle stelle che splendono sopra di noi, all’aria tiepida sulla pelle, al profumo intenso del gelsomino, che è il fiore piú bello di tutti perché nasce libero nei luoghi piú luminosi del mondo».
La mostra è una vera e propria esplorazione nel mondo dell’arte. A.MO., Lithart, FrancescoPi, Stefano Presi e Samuela Scatto sono i cinque artisti con cui addentrarsi in una realtà fatta di carte, colori e forme diverse. Un susseguirsi di opere il cui carattere pervasivo sposta l’osservatore in una delle tante alterità possibili che vanno oltre le parole.
Modera Jasminka Grendele
Cristina Caboni torna con un romanzo che è un inno alla natura. L’autrice ci parla di quello che le sta più a cuore, la magia delle api e la difesa del loro mondo. Una storia di scelte e di legami familiari, di amore e di speranza. Tra il fascino di Parigi e quello della Sardegna, una ragazza prova ad abbattere le barriere che la dividono dalla vera sé stessa.
Modera Giuseppe De Concini
In diciassette ritratti un viaggio nel tempo attraverso le storie delle donne vicentine che hanno lasciato un segno nella vita della comu- nità, non solo locale. Dal terzo millennio agli antichi romani, è una galleria di biografie che mettono in luce figure talvolta poco note se non sconosciute. Donne che hanno vissuto spesso controcorrente e che talvolta hanno pagato un alto prezzo per le loro scelte.
Modera Michela Valsecchi
Dalla Sicilia al Nord in cerca di fortuna. Sembra non esserci alternativa per Lucia, la cui unica colpa, come per sua madre, è di essere “fimmina”. Ma anche lontana dalla terra di origine il suo destino è essere guardata con bramosia e poi essere abbandonata dal ragazzo che le aveva insegnato il lavoro. Ritornata al Sud e diventata indipendente, non teme più l’uomo che la sta cercando nuovamente.
Modera Federica Augusta Rossi
Rodolfo è tranquillo, conformista e non ha passioni. Fa parte di una maggioranza informe che lo protegge dall’obbligo di avere una volontà. Stanco della normalità, decide di entrare a far parte di una minoranza qualsiasi pur di emergere dal mucchio. Tentativo dopo tentativo, colleziona solo delusioni. Fino all’inaspettato, sorprendente finale.
Modera Antonio Di Lorenzo
«Sono grato alle vittorie per il dono dell’entusiasmo, e alle sconfitte per il dono dell’umiltà. Sono grato al buon Dio perché non mi avrà dato tutto quello che volevo, ma certamente mi ha donato la felicità.» Antonio Fantin, oro alle Paralimpiadi di Tokyo 2020, racconta come grazie all’impegno, alla fiducia nella provvidenza e all’amore ha trasformato la disabilità nella realizzazione di un sogno.
Luciano Violante è stato magistrato, professore ordinario di diritto e procedura penale e parlamentare (1979-2008), presidente della Commissione Antimafia (1992-94) e presidente della Camera dei deputati (1996-2001). È autore di diversi libri di diritto penale e su temi politici e costituzionali. Presidente di Italiadecide, associazione per la qualità delle politiche pubbliche, dalla sua fondazione nel 2008 e fino al 2018, ne è attualmente il Presidente onorario. Da gennaio 2019 presiede la Fondazione Leonardo - Civiltà delle Macchine
Luciano Violante rilegge il mito di Medea come lotta alla mafia. Nel trentennale delle stragi di Capaci e di via D’Amelio, l’ex presidente della Camera ed ex magistrato dà voce agli assassinati. La madre responsabile dell’uccisione dei propri figli li sottrae a un destino di schiavitù e assieme ad altre donne
combatte per la libertà, diventando un’eroina positiva.
Talk - La foglia di fico Storie di alberi, donne, uomini
Antonio Pascale
Secondo Classificato Premio Campiello 2022
Appassionato conoscitore della natura, Antonio Pascale ha cercato nelle piante uno strumento d’eccezione per affrontare la nostra intricata natura. Interrogando gli alberi, ascoltandone la storia e l’intrinseca bellezza ha scritto una sorta di botanica dei sentimenti, una ramificazione di storie. Perché le piante, riuscendo a sfidare le avversità, offrono all’uomo un modello di resistenza.
Modera Giovanni Diamanti
Le ideologie come modo necessario attraverso il quale si presenta
il pensiero politico, specie in un’età di crisi come quella moderna.
Ideologie come risposte, ma anche come vettori delle crisi stesse. È
una critica genealogica delle ideologie quella proposta dall’autore per
comprendere se siano morte o se siano un modo errato, di pensare la
politica o se conservino una loro validità.
Modera Alessandra Ronchi
Una graphic novel che nasce da una storia vera e intensa: il rapimento a Baghdad della giornalista Giuliana Sgrena e l’uccisione dell’agente del Sismi Nicola Calipari. Raccontando la vicenda a una misteriosa interlocutrice tra le paludi irachene, Sgrena compie un viaggio immaginario verso un passato reale e drammatico per riconquistare il futuro e la verità di quei giorni.
Modera Chiara Roverotto
Un libro suggestivo per conoscere la drammatica storia di Ugo Cer- letti, lo psichiatra trevigiano che inventò e sostenne la macchina per praticare l’elettroshock. Carlo Patriarca, medico e scrittore, propone un viaggio vertiginoso attraverso il progresso della medicina, l’orrore sociale per la malattia mentale e l’onta che ricadde su Cerletti, a lungo considerato il carnefice dei pazzi.
Dialogano
Ivo Boscardin Presidente Villa Forni Cerato Foundation
Diego Peruzzo Architetto
Figura di spicco del Rinascimento vicentino, Accademico Olimpico, immobiliarista e committente di Villa Forni Cerato, attribuita ad Andrea Palladio e Patrimonio Unesco dell’Umanità: di Girolamo Forni viene raccontata la vita e messa in luce la nobiltà d’animo, la figura di artista e di filantropo anche oltre la propria morte, come dimostra il suo testamento.
Modera Nicoletta Martelletto
Dal padre del microprocessore e di altre invenzioni che hanno rivoluzionato la tecnologia, un saggio entusiasmante capace di tenere assieme rigore scientifico, visionarietà tecnologica e afflato spirituale. Dopo anni di studi e di ricerche avanzate, Faggin ha concluso che c’è qualcosa di irriducibile nell’essere umano, qualcosa per cui nessuna macchina potrà mai sostituirci completamente.
Modera Federica Augusta Rossi
Una scuola romana di periferia, la Rebibbia raccontata da Zerocalcare. Una professoressa che non pensa al lavoro che svolge coma a una vocazione, una classe di studenti e studentesse che non hanno voglia di aprire i libri. Ma questi giovani sanno valutare e pesare le persone che siedono dietro la cattedra e piano piano nasce in loro il desiderio di capire la professoressa e di esserne capiti.
In collaborazione con il Conservatorio di Musica “Arrigo Pedrollo”
Vicenza
Voce recitante: Antonino Varvarà
Violoncello: Rolando Moro
Installazione: Alessandra Ursoleo
reading di poesie di Pier Paolo Pasolini, in forma di lettera
aperta.
Salone Nobile
Villa Cerchiari
Via Cerchiari, Isola Vicentina, Vicenza
36033
Una idea originale, destinata a trasformare per due settimane Isola Vicentina nella “capitale” della carta e di tutto ciò che ci gira intorno.
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